Le vendite di moto e scooter elettrici in Europa segnano un calo nei primi sei mesi del 2023. Il trend di crescita degli ultimi anni sembra aver raggiunto un punto d’arresto, almeno nel primo semestre del 2023.
Le vendite di moto e scooter elettrici in Europa nei primi sei mesi del 2023 – A giudicare dai dati del primo semestre del 2023, gli europei stanno ancora acquistando moto e scooter elettrici ma meno di quanto gli operatori del settore si aspettavano. Questo fenomeno appare evidente in diversi paesi, con Italia, Olanda e Francia che hanno registrato riduzioni percentuali a due cifre.
Gli italiani, ad esempio, hanno acquistato 1.484 unità in meno nei primi sei mesi dell’anno, con un calo del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Francia ha immatricolato 2.409 unità in meno del 2022, con un calo analogo a quello registrato in Italia. Mediamente in Europa i mezzi elettrici a due ruote immatricolati nei primi sei mesi sono stati il 20% in meno rispetto al 2022.
Nel settore motocicli elettrici (modelli equivalenti ad un 1255cc a benzina o superiore), il calo è stato meno marcato (-8%), con 19.375 unità vendute tra gennaio e giugno 2023. Il settore che ha registrato il calo maggiore è stato quello dei ciclomotori elettrici, con 34.200 unità vendute, il 22% in meno rispetto ai primi sei mesi del 2022.
Questi dati, apparentemente negativi, vanno letti in un contesto in cui sono in calo i ciclomotori in generale e non solo quelli a propulsione elettrica. I ciclomotori a combustione interna nei primi sei mesi del 2023 sono calati del 28%. Diverso invece è il trend dei motocicli, che nel primo semestre 2023 sono aumentati dell’11% superando le 600.000 unità, segnando una crescita costante del 2020 quando le unità vendute in sei mese erano state poco più di 400.000.
Tornando ai mezzi elettrici, i ciclomotori rappresentano il settore da cui ci si aspettava la crescita maggiore. A fine 2022 c’era chi prevedeva per il 2023 il sorpasso dei ciclomotori elettrici su quelli termici, mentre i dati dei primi sei mesi del 2023 ci dicono che i primi rappresentano solo il 20% del totale dei ciclomotori venduti. Quali sono le cause di questo stop?
Alcuni ipotizzano una mancanza di offerta, con problemi di approvvigionamento e consegne di svariati mesi. Questa ipotesi però non trova molto fondamento.
Nemmeno gli ecoincentivi sembrano aver avuto un ruolo nel calo di vendite. In Italia gli incentivi per i ciclomotori elettrici sono stati erogati sia nel 2022 che nel 2023 con analoghe modalità; difficile ritrovare in questa voce le ragioni di un calo di vendite diffuso in tutta Europa.
Al di là di possibili cause contingenti, difficili da ipotizzare su un mercato così ampio come quello europeo, la ricerca sembra orientarsi più su ragioni di sistema. Chi era propenso all’acquisto di un mezzo elettrico a due ruote ha già avuto modo di acquistarlo negli ultimi due anni, usufruendo di incentivi governativi e sconti da parte dei concessionari. Ora che i pionieri possiedono già un ciclomotore elettrico, servono strumenti diversi per raggiungere utenti più scettici o meno informati sulla mobilità elettrica.
Per questo, la rete di vendita dell’elettrico ha bisogno di trovare forme diverse. Il concessionario multimarca che vende mezzi a motore termico ed elettrici non funziona per i secondi. Il modello di business di queste realtà di basa molto sui servizi post-vendita e di manutenzione legati ai mezzi tradizionali. Un mezzo elettrico non ha bisogno di manutenzione frequente come un termico, il che lo rende poco interessante per un concessionario che vende entrambi i prodotti.
Se ci spostiamo ad osservare il modello di marketing dei mezzi elettrici a due ruote, è evidente come al momento sia molto debole: non promuove un’idea nuova in cui l’utente può riconoscersi, ma replica quella dei mezzi tradizionali. Come dovrebbe vedersi un possibile cliente su uno scooter elettrico? Cosa rappresenta a suoi occhi un mezzo a due ruote elettrico? Ricorrere all’influencer di turno che promuove già una miriadi di prodotti e che crea l’ennesimo post su cui è seduto su uno scooter elettrico sembra una risposta troppo debole.
La pubblicità dei mezzi elettrici è infatti spesso limitata ai canali social, raggiunge il più delle volte chi l’elettrico già lo conosce, risultando poco efficace nell’ampliare il mercato.
Infine, la presenza di una miriade di marchi nel settore elettrico a due ruote non è un vantaggio, anzi. A questo si affianca la mancanza dei marchi tradizionali, un elemento che non aiuta a percepire il valore del mezzo elettrico. L’assenza dei marchi storici delle due ruote, comprensibilmente i meno propensi ad allontanarsi dal modello di business del termico, lascia perplessi quei clienti potenziali che leggono in questa assenza un minor valore del mezzo elettrico. E qui torna fondamentale la capacità di dare una risposta alla domanda: cosa dovrebbe rappresentare un mezzo elettrico a due ruote agli occhi del cliente? Dalla capacità di formulare una risposta a questa domanda dipenderà il numero di mezzi elettrici che vedremo nelle città nei prossimi anni.
Fonte: ACEM
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