Impegnato a tentare di riconquistare il titolo nel Mondiale Endurance vinto nel 2017, collaudatore per il team Yamaha Superbike, ma anche pilota esordiente nel mondiale MotoE: Niccolò Canepa aveva già un calendario fitto, ma a questa avventura non ha voluto rinunciare. Perché ha fatto qualche incontro interessante. E ha respirato “voglia di vincere”.
La moto elettrica gli è sembrata sorprendente maneggevole, e ha perfino scoperto che una “voce” ce l’ha, basta saperla ascoltare. Niccolò Canepa, 30 anni, genovese, campione del mondo Endurance EWC 2017, si prepara a debuttare anche nel campionato MotoE, come pilota di LCR E-Team: per ora la sfida sembra piacergli parecchio.
1 – Com’è nata la scelta di correre la MotoE?
È nata soprattutto da un incontro: quello con Lucio Cecchinello (link), di cui ho grandissima stima. Lo conosco da tanto e, quando abbiamo parlato di questa possibilità, ci è sembrata subito una cosa molto bella da fare insieme. Così siamo partiti in questa avventura, nuova per entrambi. Quel primo incontro ha aperto la strada ad altri incontri decisivi: Lucio mi ha presentato il piano di una squadra che comprendeva Paolo Cordioli (già capotecnico di Cecchinello quando correva, ndr) e l’accoppiata formata da Luciano e Thomas Betti. È una combinazione che, sinceramente, non ha eguali nel campionato ed è perfettamente proporzionata alla voglia di fare dei risultati da parte di Lucio. Quindi ho scelto di venire nel team LCR perché ho visto questa motivazione, questa eccezionale voglia di vincere.
2 – Che impressioni hai avuto guidando per la prima volta la MotoE durante i test di Jerez?
La moto mi ha sorpreso tantissimo! In positivo. Non pensavo di trovare una moto così performante: avevo un po’ paura per il peso, invece mi sono ritrovato con un mezzo molto agile. È un po’ più difficile da fermare rispetto alle moto tradizionali, chiaramente, perché la massa in frenata si sente: però è veramente molto divertente da guidare e offre prestazioni che non mi aspettavo.
3 – Qual è stato il lavoro che hai svolto?
Non abbiamo potuto lavorato moltissimo sulla moto: dovendo alternarmi sulla moto con Randy (De Puniet), abbiamo dovuto trovare un compromesso “stile endurance”, nel senso che abbiamo lasciato la moto con un assetto molto neutro e abbiamo più che altro guidato, per cercare di prendere più feeling possibile. Sicuramente nel prossimo futuro ci sarà del lavoro da fare, ne ho già parlato con Cordioli e con i Betti: c’è un bel margine di sviluppo.
4 – Su cosa si potrà puntare per fare la differenza?
Sarà fondamentale conoscere bene tutte le piste, e su quello direi che siamo a posto! Avere una forte capacità di adattamento, per riuscire a spingere da subito. Puntare a essere veloce fin dai primi giri. La differenza la farà tanto la sensibilità del pilota, per riuscire a trovare il setup migliore, tra quelli possibili, nel minor tempo possibile.
5 – Per un pilota professionista il rumore del motore è importante, com’è correre con una moto così silenziosa?
Beh, non è del tutto silenziosa! Quando ci sei sopra, fa un rumore in parte meccanico, che permette di capire che la moto sta “prendendo i giri”. Ovviamente è molto, molto più silenziosa di una moto normale, però il suono che produce è sufficiente per attivare tutti i meccanismi a cui un pilota è abituato. Il problema, al limite, potrebbe essere nei sorpassi: ognuno di noi conta, anche inconsciamente, sul fatto che l’avversario davanti lo senta arrivare. Ma con questa moto sentire gli altri è quasi impossibile: fare e subire sorpassi richiederà un’attenzione in più.
6 – Alcuni piloti hanno proposto di spostare il freno posteriore sul semimanubrio sinistro, che è libero non essendoci la leva della frizione. Tu che ne pensi?
Il freno al manubrio è una soluzione che conosco, perché la uso già in Superbike, e lo stesso vale per il mio compagno di squadra: penso che sia una scelta interessante. In Superbike, addirittura, la frizione non si usa, come del resto in MotoGP, se non in partenza. Quindi teniamo una leva della frizione molto alta e una leva del freno invece ad altezza normale, per essere ben bilanciati in frenata. È una configurazione che mi piace e con cui sono a mio agio, quindi sarei molto favorevole ad averla in MotoE: sarebbe uno step in avanti per la guida.
7 – Che giudizio dai delle gomme che Michelin ha preparato per la MotoE?
Era la prima volta, per me, con pneumatici Michelin e mi sono trovato veramente bene: hanno portato delle gomme veramente molto performanti. Sono facili da capire, danno un bel feedback, mi sono piaciute molto: non mi sembra che richiedano molto sviluppo, sono già a un livello alto (qui la descrizione delle gomme preparate da Michelin per la MotoE).
8 – Nel box LCR troverai Luciano e Thomas Betti, due veterani delle gare di moto elettriche, che impressioni vi siete scambiati durante i test?
Luciano e Thomas sono prima di tutto due persone eccezionali, che ho avuto modo di conoscere per la prima volta qui, nei test a Jerez. È affascinante, oltre che molto vantaggioso, avere due persone come loro nel team: possono dare una marcia in più, conoscono le moto elettriche più di chiunque altro, come dicevo la loro esperienza è uno dei motivi che mi hanno convinto a venire in LCR.
9 – Durante i test a Jerez abbiamo visto Cecchinello sempre presente nei box a parlare con te e De Puniet: cosa vi diceva?
Lucio è un grande! Guardate, io ho cambiato tantissimi team e ho lavorato per tante case diverse, ma è bellissimo avere un team manager che è stato un pilota, perché sa cosa vuole un pilota e sa anche come prenderlo. Sa darti la motivazione giusta, parlare con lui è bello perché condivide davvero le sensazioni e le emozioni che si hanno sulla moto. Lucio è sempre pronto a dare i consigli giusti e ha un’esperienza enorme, che si riflette anche sull’organizzazione pratica: a Jerez, per esempio, ha saputo gestire una moto con due piloti in maniera impeccabile, senza mai creare disparità. Spero che riuscirà a esserci anche durante le gare, nonostante i tanti impegni, perché la sua presenza porta veramente qualcosa in più.
10 – Oltre alla MotoE, che altri impegni avrai quest’anno?
Continuerò a correre nel campionato del mondo Endurance, dove sono secondo attualmente nel mondiale, perché la prima gara l’abbiamo già la corsa a settembre. Sono collaudatore Yamaha in Superbike. Tra le varie cose, seguirò il mondiale Superbike anche da coach insieme ad Alex Lowes, pilota del team ufficiale Superbike: lo seguirò a bordo pista, quindi diciamo che sarà un calendario molto pieno. Ma sicuramente sarà bello fare tutte queste esperienze in tutte queste categorie diverse: credo che sarà un anno molto stimolante.
Qui potete vedere come sono andati i test della MotoE a Jerez lo scorso Novembre (link).