In occasione del GP di San Marino a Misano, Nicolas Goubert, il direttore esecutivo delle MotoE, ci ha parlato di cosa sia oggi la MotoE e di quanti sviluppi ci siano gia stati in questi primi mesi. In risposta all’incidente di Jerez, lo scorso marzo (qui il racconto dell’incendio), Dorna ha rimesso in discussione alcune scelte e ha ridefinito alcuni aspetti del progetto MotoE. La prima, come dice Goubert, è stata quella di “non tenere tutte le uova nello stesso paniere”. Sono stati così separati i box delle squadre e la zona di ricarica delle moto; qualsiasi incidente in fase di ricarica non avrebbe così avuto conseguenze sul resto del paddock.
La seconda è stata di affidare il servizio antincendio ad un team dedicato della Safety Events: una unità di pompieri addestrata specificatamente per affrontare incendi di veicoli elettrici con batterie al Litio. La squadra è composta sempre dagli stessi elementi e si sposta di volta in volta per seguire la MotoE World Cup; questo permette di aumentare l’esperienza gara dopo gara e di non dover addestrare ogni volta personale nuovo. Il primo intervento effettuato dalla “Fire Brigade”, come la chiama Goubert, è stato spegnere l’incendio della batteria della moto di Niki Tuuli al GP in Austria. In quella occasione abbiamo avuto modo di vedere applicata la nuova tecnica di intervento. Nella prima fase vengono usati estintori per spegnere le fiamme e una coperta ignifuga per impedire all’ossigeno dell’aria di innescare nuovamente l’incendio. La moto è così messa in sicurezza ma l’incendio non è estinto perché una batteria al Litio brucia dall’interno e non basta sopprimere le fiamme per spegnerla, serve raffreddarla completamente (qui trovate una descrizione più dettagliata della sicurezza delle batterie al Litio).
Per questo motivo la moto viene caricata su un mezzo speciale dotato di un container ignifugo ed elettricamente isolato, e trasportata in zona sicura dove la batteria viene raffreddata con acqua, tanta acqua. E’ interessante quanto spiega Goubert sul criterio che sta alla base delle procedure di sicurezza della MotoE: qualsiasi cosa succeda, la pista va liberata entro 20 minuti per permettere lo svolgimento delle sessioni delle altre classi del motomondiale. Per questo, la moto incidentata viene caricata e portata lontano dalla pista, anche se la batteria sta bruciando; la pista serve per gli altri eventi in programma.
Passando all’analisi delle prime gare, Goubert si è detto molto soddisfatto, soprattutto perché il pubblico ha avuto modo di vedere che la MotoE è una competizione molto spettacolare con vere moto da corsa, la cui unica differenza è l’uso di una diversa tecnologia. La prima corsa in Germania è stata una sorpresa per molti; si sono visti duelli, sorpassi, il formato della E-pole è piaciuto molto e i piloti si sono divertiti. Ma soprattutto il pubblico ha visto una gara vera. Il progetto MotoE prevede di crescere anno dopo anno, fornendo sempre più spettacolo. Dall’anno prossimo le squadre avranno a disposizione i “buke charger”, i carica batteria portatili per ricaricare le moto sulla griglia di partenza prima del via. Questo permetterà di allungare la durata delle gare di un giro ricaricando le batterie dell’energia consumata nel giro di formazione. Al tempo stesso anche le stazioni di ricarica fisse evolveranno (qui la descrizione delle stazioni di ricarica di seconda generazione).
Il calendario dell’anno prossimo vedrà una tappa in più rispetto a al 2019, ci saranno infatti cinque round per un totale di sei gare con la novità del circuito di Assen (qui il calendario MotoE 2020). Uno dei punti critici evidenziato da team e piloti per la prima edizione della MotoE è stato il limitato tempo a disposizione per i test e per le prove. La richiesta è stata di avere più occasioni per sviluppare il set-up dello moto ed per adattarsi allo stile di guida richiesto dalla Ego Corsa di Energica. Goubert ha chiarito che questo è un obiettivo anche di Dorna e che si sta lavorando ad un calendario dei test invernali che metta in condizioni i piloti di passare più tempo in moto. Anche la programmazione dei weekend di gara è oggetto di analisi, soprattutto per permettere ai piloti di girare prima della sessione di qualifica, la E-pole.
Un aspetto su cui tutti i piloti hanno concordato sono le ottime prestazioni delle gomme Michelin. Goubert ha spiegato che quando si è trattato di definire le specifiche degli pneumatici per la MotoE, la richiesta di Dorna è stata di avere un prodotto specifico per questa competizione e non semplicemente di usare una gomma già esistente. Michelin ha così sviluppato il pneumatico anteriore partendo dalla gomma per la MotoGP mentre quello posteriore è di derivazione Superbike. Entrambi però hanno caratteristiche specifiche per la MotoE, come ci ha spiegato Piero Taramasso nel nostro incontro a Misano. L’anteriore è lo stesso per tutte piste, mentre per il posteriore sono state realizzate due gomme, una specifica per l’Austria e una per tutti gli altri circuiti.
Torneremo di nuovo su questi temi a Valencia, in occasione della chiusura della stagione 2019 della MotoE World Cup, per seguire l’evoluzione della nuova classe elettrica della MotoGP.