Squadre diverse, esperienze diverse, dimensioni diverse: ma tutti accomunati dalla novità assoluta del debutto in MotoE. Per questo, Gino Borsoi (direttore tecnico Ángel Nieto Team), Giuseppe De Gruttola (capotecnico Team Trentino Gresini MotoE) e Marco Grana (coordinatore tecnico Sic58 Squarda Corse) hanno accettato di giocare con noi in questa “intervista tripla”. Ecco, in ordine alfabetico, le loro risposte.
1- I test di Jerez sono stati condizionati dalla pioggia: che tipo di lavoro siete riusciti a svolgere? In che modo sono state sfruttate anche le sessioni sul bagnato?
Borsoi: I test d’ingresso sono stati molto molto interessanti! È vero che la maggior parte dei giri è stata fatta sotto la pioggia – e, nel nostro caso, anche alternando due piloti su una sola moto, quindi con meno turni a testa – però l’impressione di entrambi i piloti è stata positiva.
De Gruttola: Anche noi avevamo due piloti e una sola moto a disposizione: tre giorni di test, con tre turni da trenta minuti l’uno, non sono tanti. Abbiamo cercato di capire da subito come gestire la batteria, sia la durata sia il tempo di ricarica. Le sessioni sul bagnato (anche se la pista non era mai bagnata completamente) sono andate meglio di quello che pensavamo: con poche modifiche al setting, la moto si è comportata molto bene.
Grana: Il test di Jerez è sicuramente stato caratterizzato dalla pioggia, ma siamo riusciti a effettuare almeno un paio di turni con pista asciutta, che ci hanno aiutato a capire le basi di lavoro per la stagione. Il nostro pilota, Mattia Casadei, veniva da un’operazione all’anca molto impegnativa, quindi abbiamo preferito concentrarci maggiormente nei turni di pista asciutta, proprio per non prenderci dei rischi inutili. Abbiamo iniziato ad adattare la moto alle esigenze del pilota, soprattutto in fase di frenata, dove abbiamo potuto ottenere i maggiori vantaggi sul lap time. Abbiamo fatto test comparativi sui vari carichi molla, sia anteriore sia posteriore, e abbiamo cercato di sfruttare l’ottima accelerazione che questa MotoE sa darci. Pensiamo di avere le idee più chiare e ci siamo tolti qualche dubbio che avevamo su power management e utilizzo batteria.
2- I tecnici delle squadre avevano già fatto un corso dedicato presso Energica, com’è stato lavorare sulla moto dal vero? È più complessa o meno rispetto a una moto tradizionale?
Borsoi: I meccanici avevano già effettuato un corso, sì, e devo dire che il lavoro sulla moto non è stato così difficile: alcune sistemazioni sulla ciclistica, cambiato un pochino l’assetto, un po’ di lavoro sulle molle e qualcosina sull’elettronica, ma abbiamo trovato la moto abbastanza accessibile. C’è stato solo un piccolo problema nel freno motore, quasi fisiologico quando è tutto così nuovo, e peraltro è stato risolto rapidamente da Energica: quindi impressioni molto positive. Per quanto riguarda il confronto con una moto tradizionale… beh, a livello di ciclistica è una normale moto da competizione, quindi il lavoro è simile. La parte elettrica, invece, obbliga i meccanici a seguire regole, a effettuare controlli e a eseguire procedure di manutenzione mai viste, quindi… bisogna un po’ abituarsi.
De Gruttola: La prima cosa che colpisce è il peso! Ma, come tutto, una volta abituato non ci fai più caso. A parte questo, la moto è abbastanza semplice. Oltre alla manutenzione ordinaria che si fa su una moto da corsa, non c’è stato bisogno di fare altro, perciò a una prima impressione direi che è complessa né più né meno di un’altra moto con motore endotermico.
Grana: Il corso era stato molto interessante, il personale Energica è stato molto disponibile e molto chiaro nello spiegarci accuratamente quello che avremmo dovuto fare una volta in pista. Quindi i miei meccanici, durante il test, avevano le idee molto chiare e non hanno riscontrato grandi difficoltà. Il lavoro non è complesso, ma ovviamente devi cambiare il modo di pensare: la mancanza di rumore e la ricarica della batteria all’inizio rendono tutto molto strano. Ma stiamo entrando a far parte di un nuovo mondo delle corse, con differenti tecnologie che, per certi versi, rendono tutto molto affascinante. Come primo test, posso dire che ci siamo proprio divertiti. Con queste moto senti suoni mai sentiti prima …come lo spin della gomma e lo sfregare della saponetta sull’asfalto!
3- Le variabili per il set-up non sono molte. Quali sono i parametri che faranno la differenza?
Borsoi: Sì, in effetti i setup non sono molti. Si potrà lavorare un po’ sulla la ciclistica, quindi molle e geometrie: non molto, ma comunque possono aiutare. Soprattutto le molle sono importanti, a quanto abbiamo visto. Di sicuro cambiano parecchio i parametri rispetto ai quali siamo abituati a lavorare: adesso la maggior parte del peso è davanti, quindi dovremo ricalibrare tutto quello che stavamo utilizzando nelle moto tradizionali. Per quanto riguarda l’elettronica, invece, qualcosa si potrà fare: potremo aiutare i piloti sui controlli di trazione e sul freno motore, però immagino che non ci saranno enormi differenze tra i vari team.
De Gruttola: In effetti i setup non danno molto margine di movimento, quindi… secondo me il parametro più importante sarà la capacità del pilota a capire e interpretare la moto.
Grana: Come in tutte le categorie monomarca, i particolari fanno la differenza. Nulla può essere tralasciato: l’ergonomia è sicuramente un punto molto importante su cui lavorare, per cercare di sopperire alla mancanza di modifiche tecniche.
4- Qual è stato un elemento che vi ha sorpreso positivamente durante i test e qual è l’area in cui pensate ci sia più margine di sviluppo?
Borsoi: L’aspetto che ci ha sorpreso è la facilità di guida riscontrata dai piloti: si sono sentiti tra le mani una moto molto molto stabile, che ha funzionato quasi perfettamente. L’area di maggiore miglioramento è sicuramente la ciclistica, su cui lavorare in base all’utilizzo che ogni pilota affinerà nei prossimi test. Per ora siamo partiti con un assetto di base, ma basti pensare che all’interno del team abbiamo due piloti con due pesi e con due stili completamente differenti, quindi sicuramente qualcosa sulla geometria andrà cambiato e personalizzato con l’esperienza.
De Gruttola: La sorpresa positiva, per un esordio assoluto, è che su dodici moto presenti ci sono stati solo un paio di problemi tecnici: questo è molto importante, sia per la sicurezza di piloti e meccanici sia per la competizione. Per capire cosa migliorare, per noi il prossimo test sarà molto importante: finalmente avremo due moto a disposizione e ci faremo un’idea più precisa sul metodo di lavoro.
Grana: Sicuramente sono sorpreso di come una moto non certo leggera riesca a essere così maneggevole. Pensavo che fosse molto più complesso raggiungere certi angoli di piega e sono rimasto molto sorpreso anche dall’erogazione che questo motore riesce a sviluppare nelle curve a bassa velocità.
5- Quali sono stati i giudizi dei piloti sulle gomme Michelin?
Borsoi: Sono rimasti piacevolmente stupiti soprattutto sul bagnato: dicono che era quasi possibile girare come sull’asciutto. Quindi la moto ha veramente un bel grip, Michelin ha fatto un gran lavoro sulle rain. Per quanto riguarda le slick, avendo girato poco, è sinceramente difficile dare un giudizio ponderato, ma anche sull’asciutto entrambi i piloti sono rimasti contenti.
De Gruttola: Avendo una solo moto, sia Ferrari sia Savadori sono rimasti abbastanza “abbottonati”, non hanno spinto più di tanto: ma i commenti sono stati positivi. Le gomme sono già a un ottimo livello, con una sola mescola i piloti dovranno adattarsi alle varie condizioni delle piste che troveranno. Le rain sono le stesse usate dalla MotoGP e, come si poteva intuire guardandoli girare, hanno soddisfatto i piloti.
Grana: Il commento è stato molto chiaro: “Queste gomme sono fantastiche!” Il mio pilota è un ragazzo molto giovane, quest’anno ha gareggiato con moto derivate dalla serie e quando ha potuto provare le Michelin è rimasto molto molto sorpreso. Il grip sul posteriore, nonostante fosse il primo test, è molto positivo anche in massima piega, tanto da permettere di spalancare il gas molto presto e sfregare il gomito a terra senza problemi. Altra nota positiva è il feeling raggiunto in condizioni da bagnato con gomme rain, ottimo grip anche in full wet. La Michelin ci ha garantito che continuerà a sviluppare queste gomme, per la prima gara avremmo una mescola apposita per la MotoE e sono sicuro che ci sorprenderà.
6- Un paddock unico e senza pareti, con le varie squadre a lavorare le une vicine alle altre: che sensazione è stata?
Borsoi: È bello avere un canale di comunicazione con tutte le squadre all’interno, ma in fondo non vedo una grande differenza rispetto a un Paddock normale come quello della MotoGP.
De Gruttola: Io l’ho trovato un po’ strano, ma mi è piaciuto. Normalmente si è chiusi nel proprio box con le serrande abbassate, per cercare di tenersi quei piccoli segreti tecnici che ogni team pensa di avere, invece lì a Jerez tutti potevano vedere tutto. Anche se la verità è che, quando sei concentrato a lavorare, non fai tanto caso a chi ti sta intorno.
Grana: Mi sembrava di essere tornato alle origini di qualche anno fa, nei campionati minori! Personalmente mi è piaciuto molto poter scambiare anche qualche parola con i diversi tecnici dei vari team. Al mondiale siamo sempre chiusi tra quattro mura e difficilmente comunichiamo tra di noi avversari, questa volta è stato diverso.
Per leggere come sono andati i primi test della MotoE sulla pista di Jerez, vai all’area dedicata (link)