Le prestazione della MotoE sul circuito di Jerez
Team partner: Openbank Aspar Team
Il circuito di Jerez si sviluppa su una lunghezza di 4423m con cinque curve a sinistra, otto a destra e un rettilineo finale di 607 metri. La MotoE è scesa su questa pista per la prima volta a novembre 2018. Grazie al contributo dell’Openbank Aspar team e dei suoi piloti, siamo in grado di mostrarvi la prestazioni della MotoE su questo tracciato. A seguire potete trovare le infografiche della pista con velocità e angolo di piega curva per curva insieme al racconto di María Herrera su come guidare la MotoE a Jerez.
La velocità media del record sul giro per la classe MotoE a Jerez è di 147.5km/h. I dati di velocità e angolo di piega massimi sono stati ricavati dai dati di tutte le sessioni svolte dalla MotoE sul circuito di Jerez e non coincidono automaticamente con i dati curva per curva ricavati dal miglior giro effettuato dai piloti dell’Openbank Aspar Team.
Alcune delle immagini seguenti sono state create usando il motore grafico del videogioco MotoGP20 sviluppato da Milestone.
Il circuito di Jerez spiegato da María Herrera, pilota dell’Openbank Aspar Team
María Herrera ci spiega che “La curva uno è una frenata forte e importante, va preparata molto bene perché è facile andare lunghi, uscire larghi e compromettere la giusta traiettoria per affrontare la curva due. Nella seconda curva non bisogna entrare presto, serve aspettare un attimo prima di chiudere la linea, per impostare bene il tratto successivo che è formato da una curva veloce (la tre) da cui bisogna uscire con molta accelerazione verso la curva quattro. In pista bisogna sempre pensare a quello che dovrai affrontare più avanti, devi guardare lontano.”
“Avvicinandosi alla curva quattro si deve entrare tardi, quasi alla fine del punto di corda, per non perdere la linea, perché se si punta all’interno della curva troppo presto, si finisce per allargare troppo sul cordolo esterno in uscita. Si va alla corda un po’ più tardi del normale, con la moto non troppo inclinata in modo da ottenere una buona velocità in curva e molta accelerazione. Da lì si approfitta del breve rettilineo per preparare bene la curva cinque. Questa curva ha molta pendenza, bisogna frenare un po’ dritti all’inizio, poi si lascia il freno a metà curva e si punta alla corda; se si sbaglia questa curva, si perde molta velocità nel lungo rettilineo successivo.”
“La curva sei è una frenata molto forte, dove in gara avvengono molti sorpassi. Quando si fa in prova o in qualifica, si deve mantenere una buona velocità di percorrenza, perché se si arriva troppo all’interno, non si esce con abbastanza velocità per la curva successiva. Nella curva sette serve entrare un po’ in anticipo, perché altrimenti, a causa dell’inerzia, si viene portati all’esterno della pista. Si tocca molto il cordolo interno e si punta all’uscita con molta accelerazione.
Nella curva otto, non si frena molto forte, si dà solo con un piccolo tocco al freno; è una curva che si fa abbastanza veloce ma bisogna impostare una buona traiettoria per riuscirci. Da lì si arriva veloci alla curva nove (Angel Nieto) e dieci (Peluqui) che vanno fatte assieme come se fossero una curva sola, andando a toccare sia il cordolo interno che quello esterno. Se si riesce ad uscire bene da queste due curve, si riesce a impostare un buon settore finale.”
“Le curve undici e dodici sono quelle che amo di più: sono molto veloci, e per farle bisogna rallentare di pochissimo. In particolare, alla curva dodici non bisogna chiudere la linea troppo in fretta perché altrimenti si va larghi sull’erba. L’ultima curva è molto stretta, serve mantenere una buona velocità di percorrenza e andare alla corda tardi per raddrizzare la moto il prima possibile in uscita e avere una buona accelerazione sul lungo rettilineo finale”
Qui trovate il link al sito ufficiale del circuito Ángel Nieto: www.circuitodejerez.com
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