Matteo Ferrari a ventidue anni è diventato il primo storico vincitore della MotoE World Cup, la classe elettrica della MotoGP. Nell’anno di esordio Ferrari ha vinto le due gare in Italia, a Misano, portando a termine tutte le gare del calendario senza commettere mai errori. Nella seconda edizione della MotoE, il pilota di Rimini si è imposto ancora due volte nel gran premio di casa ma ha chiuso il campionato al secondo posto, alle spalle dello spagnolo Jordi Torres.
La terza stagine del pilota di Rimini è stata diversa dalle precedenti. Le novità 2021 per la moto e le nuove gomme hanno richiesto un intenso lavoro di adattamento che è costato a Ferrari punti prezioni nelle prime gare della stagione. Il lavoro svolto durante l’anno non è stato però inutile. Matteo Ferrari ha portato l’Indonesian E-Racing Gresini MotoE team per la prima volta alla vittoria della MotoE World Cup sulla pista di casa di Misano. I risultati dell’ultima parte di stagione hanno permesso a Ferrari di conquistare per il terzo anno consecutivo il podio finale nella classe elettrica della MotoGP.
Gli abbiamo chiesto di raccontare com’è stata questa terza stagione in MotoE e cosa lo aspetta in futuro.
Partiamo dalla fine: come sono andate le due ultime gare di Misano?
“Questa stagione è stata un po’ sfortunata perché da Le Mans in poi il feeling con la moto c’era, mi sentivo veloce, però sono successi episodi durante le gare che non mi hanno permesso di raggiungere il podio, che era il mio obiettivo minimo. Siamo sempre tornati a casa con l’amaro in bocca perché facevamo un gran lavoro tutto il weekend, le qualifiche andavano tutto sommato bene, però in gara non riuscivamo ad ottenere il risultato che potevamo raggiungere. Quindi, fino al GP di San Marino, non ero soddisfatto dei risultati ottenuti in gara. Preparandomi per la gara di casa mi dicevo che qui il podio dovevamo farlo, negli anni scorsi avevo vinto sempre tranne una volta; sarebbe stato bellissimo tornare sul podio proprio a Misano.”
“Anche in questo caso, come in tutti i weekend della stagione, il venerdì sono partito lontano dai primi. Rispetto agli anni scorsi, quest’anno ci ho messo sempre un po’ di tempo a prendere il ritmo, non sono mai stato tra i più veloci al primo turno, però poi recuperavo e per la gara arrivavo pronto.
Gara 1 è stata la replica delle altre gare della stagione quando per un contatto o una serie di sorpassi con altri piloti, mi sono trovato a perdere il contatto con i primi e poi, con pochi giri a disposizione, non c’era tempo per recuperare. E’ stata bella la battaglia che c’è stata tra me e Pons, però mi ha fatto perdere tempo rispetto ai primi. Alla fine un po’ ho recuperato ma c’era vento e la scia contava molto in quella gara. Ero comunque contento del quarto posto, la gara mi è piaciuta, ho fatto dei bei sorpassi.”
MotoE World Cup 2021
La classifica finale
“Le premesse per Gara 2 di domenica erano buone e ho riguardato molto Gara 1 per vedere dove potevo migliorare ancora. Ho riguardato soprattutto la partenza perché il sabato alcuni piloti erano stati molto aggressivi alla prima curva penalizzando sia me che Zaccone; volevo capire come gestire bene la partenza di Gara 2. E’ stato molto utile perché la domenica sono andato più forte, ho girato addirittura meglio dell’anno prima.
In Gara 2 il mio obiettivo minimo era migliorare il quarto posto di Gara 1 e salire sul podio; poi davanti tra Aegerter e Torres è successo quello che sappiamo e alla fine la vittoria è arrivata a me ma comunque il mio obiettivo l’avevo raggiunto comunque.
E poi, altra cosa che mi è piaciuta molto, è che finalmente siamo riusciti a fare otto giri. Quindi si è iniziato a vedere un po’ di strategia di gara, il decadimento delle gomme e così via, è stato bello.”
Come hai visto il contatto tra Aegerter e Torres?
“Sul contatto di gara tra Aegerter e Torres, ti dico la verità, non ho capito la scelta di Torres. Quando è capitato a me a Valencia nel 2019, mi sono concentrato per portare a casa il risultato che mi serviva per vincere il mondiale. E’ sempre bello vincere una gara ma se ti stai giocando il mondiale, quella deve essere la tua priorità. Vedendo gli attacchi che faceva Aegerter, fossi stato in Torres non avrei condotto la mia gara così. Secondo me la rabbia e lo sconforto a fine gara erano dovuti anche al fatto che sapeva di aver fatto una cavolata.
Ritengo che sia stato giusto sanzionare Aegerter perché alla fine il contatto c’è stato, però la linea di confine tra penalizzazione o no era molto sottile. Un contatto un po’ meno evidente e Torres avrebbe perso il campionato. Gli è andata bene anche quest’anno. In questi due anni Torres è stato molto veloce però ha avuto dalla sua anche un po’ di fortuna che serve sempre per vincere un titolo mondiale. L’anno prossimo voglio essere più veloce e portargli via un po’ di fortuna, ecco.”
Nella nostra recente intervista, Mauro Sanchini, commentatore di Sky per la MotoGP e la MotoE, ci spiegava che da quest’anno in MotoE si vedono linee e traiettorie diverse rispetto al primo anno quando c’era una sola linea possibile per andare forte. Sei d’accordo e se sì a cosa è dovuto?
“La moto in sé non è cambiata tanto, o, quantomeno, non così tanto. Secondo me è stato l’approccio dei piloti a diventare molto più aggressivo. Nei primi due anni, tutti spingevano ma tutti stavano un po’ attenti per il peso di queste moto. Quet’anno ho visto molta, molta aggressività da parte di tutti i piloti. Se ne sono andati molti piloti dell’Endurance, che hanno tanta esperienza di gare, e sono arrivati piloti giovani. E’ proprio cambiata la mentalità della categoria.
Soprattutto nelle prime gare non serviva essere il più veloce ma serviva staccare forte e difendere bene la posizione; Le Mans è stato il caso più eclatante. L’aggressività e i continui sorpassi e controsorpassi hanno alzato il ritmo di gara e quindi girando più piano c’era modo anche di fare traiettorie diverse da quella ideale. Se guardiamo i tempi, quest’anno non abbiamo girato più forte degli anni scorsi.
Per ora tutto è rimasto nei limiti ma non dobbiamo andare oltre per non arrivare ai punti che hanno raggiunto altre categorie. La MotoE è molto pesante e in caso di incidente è pericolosa. Anche se l’anno prossimo avremo un moto un po’ più leggera, non scenderemo fino al livello di una MotoGP.”
Quindi anche nel 2022 ti vedremo in MotoE?
“Sicuramente farò ancora la MotoE, perché mi piace e poi sarà molto bello fare quattordici gare. Probabilmente saranno sette round, questo lo stanno ancora decidendo, però con quattordici gare saremo veramente un campionato del mondo. Potessi scegliere farei qualche gara doppia e qualche gara singola, vediamo cosa decideranno. Su un numero di gare così c’è modo di recuperare l’errore, o la gara che va male; il campionato diventa molto più bello. In questi anni io ero condizionato dall’idea di non commettere errori perché poi non c’erano gare per recuperare, quindi magari rischiavo un po’ meno per portare a casa dei punti.
Oltre alle quattordici gare ci saranno anche altre novità come la qualifica in stile MotoGP, con la Q1 e la Q2. Questa novità ha dei pro e dei contro. Da un lato mi piace perché possiamo girare di più, dall’altro lato non mi piace se prenderemo anche i difetti di questa formula come i piloti che si aspettano per prendere il riferimento o la scia e le penalizzazioni per aver rallentato troppo.”
Cosa sai della moto che fornirà Energica nel 2022?
“Non ho mai visto la moto nuova ma so che Energica ci sta lavorando, avrà qualche kg in meno e ci saranno più regolazioni per il bilanciamento della moto. Questo è positivo perché avendo più gare si potrà lavorare di più con la squadra per trovare l’equilibrio migliore per la moto. I test serviranno anche a valutare di quanto si potrà estendere ulteriormente la distanza di gara, magari per arrivare vicino ai dieci giri.
Una distanza di gara così sarebbe perfetta perché si potrebbero introdurre delle strategie, bisognerebbe tenere in conto il deterioramento dei pneumatici e così via. Già in Gara 2 a Misano, quando abbiamo fatto otto giri, già c’è stato modo di impostare la gara in modo diverso, ho perso tempo in alcuni sorpassi ma poi c’è stato modo di recuperare il gap dai primi, già così è importante. A parte Assen e Misano, quest’anno non abbiamo mai fatto una gara completa per un motivo o per un altro.”
Probabilmente l’anno della svolta della MotoE sarà il 2023, cosa ci puoi già dire?
“Da quello che sappiamo, Energica ha ancora un anno di contratto per tutto il 2022, ma dall’anno successivo loro non ci saranno più. La cosa era già nell’aria quando c’era stato il rinnovo per un anno soltanto perché il contratto originario scadeva nel 2021. Tutti i contratti di Dorna sono di tre anni in tre anni, un rinnovo di un anno solo era sembrato subito strano. Quale o quali saranno le moto per il 2023 però non si sa ancora.
E poi nel 2023 quasi sicuramente ci sarà qualche gara fuori dall’Europa. Per quest’anno è ancora presto perché le piste che potrebbero ospitare la MotoE (Austin e l’Indonesia) sono ad inizio anno, mentre noi dovremmo ancora fare i test. Però dal 2023 si farà. Anche i box saranno rifatti per essere più facilmente trasportati da una parte all’altra del mondo. Vediamo, ci aspettano tante belle novità.”
Campionato
La fase due della MotoE World Cup
Oltre all’impegno in MotoE, Matteo Ferrari è anche tester ufficiale della Ducati Superbike e testimonial in numerosi eventi legati alle due ruote e alla mobilità ecosostenibile. Lo scorso 26 settembre è stato ospite della manifestazione Go Smart Go Green (www.gosmartgogreen.com) che si è tenuta a Treviso, primo evento di un tour nazionale sulla mobilità elettrica che si svolgerà in varie città italiane nel 2022. Il prossimo evento che cedrà la partecipazione di Ferrari sarà il Key Energy (www.keyenergy.it), all’interno di Ecomondo, il Green Technology Expo di Rimini, dal 26 al 29 ottobre.
Per essere aggiornato sulla MotoE World Cup, iscriviti al broadcast Whatsapp di Epaddock e ricevi sul tuo cellulare in tempo reale tutte le nostre notizie: scopri qui come.