La prima stagione della MotoE World Cup si è conclusa lo scorso novembre con la tappa di Valencia. Dopo aver parlato con i piloti protagonisti di questa prima avventura, abbiamo deciso di raccogliere le loro impressioni in una serie di post in cui ogni pilota racconta stagione passata e cosa si aspetta per l’anno successivo.
Partiamo con Mattia Casadei, il più giovane pilota dell’edizione 2019. Casadei è stato il primo pilota ad entrare nel team Sic58 Squadra Corse, nel 2012, quando era solo tredicenne. Con la MotoE è salito sul podio una volta quest’anno, nella gara di casa a Misano.
1 – Mattia, qual è il bilancio di questo primo anno di MotoE?
“Il bilancio è positivo. Sicuramente avrei potuto ottenere risultati migliori se avessi evitato un paio di errori, ma nel complesso è stata una buona stagione. La gara del Sachsenring e quella di Spielberg sono state utili per capire il comportamento della moto in condizioni di asfalto su cui non avevamo mai corso prima. In Germania il tracciato presentava condizioni miste e difficili da interpretare. In Austria, invece, correre sul bagnato è stato molto utile per me che avevo saltato i primi test a Jerez (che si erano svolti parzialmente su pista bagnata – ndr).”
2 – Nell’arco della stagione, come ti sei adattato a questa nuova categoria?
“L’adattamento è stato graduale. Trattandosi di una moto nuova è necessario capirla e conoscerla passo a passo per poter trovare un buon feeling nella guida. La mia confidenza con la moto è decisamente migliorata durante gli ultimi due appuntamenti di Misano e Valencia e vorrei che questa fosse la base da cui ripartire in questo 2020.”
3 – A tuo parere, qual è l’elemento chiave per fare un buon risultato con gare così brevi?
“Sicuramente la E-Pole. Avendo a disposizione un solo giro secco è fondamentale riuscire a dare il 100%. Devo lavorare duro su questo aspetto perchè è stato un mio punto debole durante la stagione 2019.”
4 – Ad inizio anno la mancanza di rumore era una delle maggiori incognite perché veniva a mancare un riferimento sia nella guida che nei sorpassi; invece di sorpassi se ne sono visti moltissimi, che idea ti sei fatto?
“Inizialmente non sentire il rumore era strano, quasi fastidioso. Turno dopo turno ci si abitua e adesso non ci faccio nemmeno più caso. Di sorpassi se ne sono visti tanti nel 2019 a riprova del fatto che anche con queste moto è possibile darsi battaglia. E’ capitato di vedere qualche manovra un pò azzardata ma credo che faccia parte del processo di adattamento a questa nuova categoria.”
5 – Cosa ti aspetti per il prossimo anno?
“Devo sicuramente lavorare sul mio feeling con la moto che ancora non sento mia al 100%. Mi aspetto di migliorare rispetto al 2019 e di ottenere qualche bel risultato. La vittoria è certamente l’obiettivo primario, mi piacerebbe tanto salire sul gradino più alto del podio. Spero di riuscirci per ringraziare così tutto il team per il lavoro svolto durante la passata stagione. Questa è la motivazione con cui intendo iniziare il 2020.”