MotoE World Cup 2021
Mauro Sanchini: il mio giudizio sulla MotoE 2021 – parte 1
Il fatto che la MotoE sia più competitiva ha cambiando lo stile con cui i piloti guidano queste moto rispetto al primo anno?
“Allora, dal punto di vista spettacolare e tecnico la guida è migliorata tanto e c’è stata una evoluzione davvero importante. Primo perché probabilmente i piloti non erano abituati a utilizzare un mezzo così pesante, senza cambio, che reagiva diversamente ai freni e che aveva anche un freno motore elettrico.
Da parte sua Michelin ha fatto un discreto lavoro, perché anche loro hanno portato del nuovo materiale che ha lavorato bene sulle moto. Si è lavorato bene sulla ciclistica perché mi pare che anche dal punto di vista della forcella, si sia fatto un importante passo in avanti. Nel complesso ho visto una guida molto più spettacolare, diversa. All’inizio bisognava essere molto puliti, molto fluidi, non esagerare mai nelle staccate per avere tanta velocità in percorrenza di curva e in uscita; era una moto che non ti concedeva tante sbavature nell’entrata in curva”.
“Ora mi sembra che lo stile vincente sia andato completamente dalla parte opposta, si può esagerare un po’ di più in staccata, i piloti vanno sempre più spesso di traverso, c’è chi ha imparato ad usare bene questo freno motore elettrico abbinato anche ai freni. Ora i piloti riescono a controllarla bene, a mandarla dentro in curva; quindi, anche la forcella è stata migliorata nella direzione giusta. I piloti ora riescono a tirare di più la moto con il corpo per portarla alla corda; questo si vede bene con Aegerter che in questo movimento è veramente esagerato.
Se si analizzano le ultime due gare, quelle di Misano, ci sono dei punti dove Aegerter non entrava nella traiettoria perfetta, ma comunque tirandola con il busto, sporgendo esageratamente la testa e facendola girare di sovrasterzo, portava la moto dove voleva lui. Quindi, tutto sommato, obbligava anche la moto a obbedire a quello che lui voleva fare, per questo dico che si è andati in una direzione completamente diversa da quella all’esordio. Ecco, secondo me, la moto di Energica è diventata molto più spettacolare e molto più moto da Gran Premio sia guardandola in pista sia dal di fuori”.
“L’evoluzione si è vista anche nell’andamento di diverse gare; mentre il primo anno i piloti erano molto più distanziati, quest’anno si è arrivati a vedere delle gare con piloti molto ravvicinati tipo Moto3. Ho visto anche uno sfruttamento della scia diverso. Probabilmente anche il livello dei piloti si è livellato e ha fatto livellare anche le prestazioni delle moto.
Alla prima gara andavo a vedere alla staccata della curva sei a Jerez, il tornante che c’è giù in fondo al rettilineo, e caspita frenavano in maniera molto diversa da quello che si vedeva le prime volte.
Frenavano molto più forte con tanto ausilio anche del freno motore elettrico e sfruttando forcelle e gomme in maniera differente. Per piloti come Ferrari, con una staccata molto pulita e redditizia, beh quest’anno quello stile non pagava più. Si è vista un’evoluzione molto positiva dal punto di vista sia prestazionale che tecnico in pista”.
Di cosa ha bisogno questa categoria per fare un salto in avanti e attirare più pubblico?
“Eh? Bella domanda. Solitamente io ho visto sempre che quello che ha fatto sempre la differenza nei vari campionati per attirare le persone sono stati o la moto o il pilota, perché poi alla fine le gare sono fatte così.
Allora per la moto, se pensi agli anni anche della 500 o della MotoGP, il meccanismo funziona quando c’è la bagarre tra vari marchi come Yamaha, Ducati, Aprilia, Suzuki e così via. In Superbike, ad esempio, era stata l’arma vincente della Superbike degli anni d’oro in quanto offriva al tifoso la sfida con le moto che poi usava per andare su strada. C’era il tifoso della Kawasaki, quello della Ducati; ti piacevo una marca gli andavi dietro da anni, da quando eri ragazzo, ti affezionarvi, e volevi vederla vincere. Oppure ci sono i piloti: Capirossi, Biaggi, Valentino. Il tifoso a casa si deve appassionare a una cosa o all’altra”.
“Qui in MotoE ci troviamo con un campionato monomarca, quindi non c’è la sfida tra le moto. Secondo me dovrebbe diventare ancora più importante come piloti, tra giovani che vogliono mettersi in mostra e altri che un nome ce l’hanno già e vogliono rilanciarsi. Unito a qualche nome magari un pochino più famoso. Ecco, secondo me la miscela giusta è questa. Oltre a questo non vedo molto altro che si possa fare perché il numero di giri è quello, le gare saranno due, una il sabato e una la domenica; altro non vedo. Però, voglio dire, se il livello dei piloti sale come è stato quest’anno, il campionato è divertente. Chi ha visto le gare è rimasto a guardarle fino alla fine e ha detto ‘però bella gara, mi sono divertito’. “
Qui però tocchi un punto importante, perchè vedere la MotoE è difficile. Non in Italia, dove Sky Motori trasmette in diretta sia le qualifiche che le gare, ma in altri paesi non è così. In Inghilterra, ad esempio, BT Sport, che trasmette la MotoGP, ha deciso di non fare lo stesso con la MotoE.
“Ah, e quando perdi il gancio con la televisione è finita. Se tu non hai il modo di poter vedere un evento, quello non farà mai presa. Perché poi dopo è tutto a scalare e ci si mette anche la carta stampata e tu rimandi di nicchia e non ne esci.
Però è un discorso più generale, ti faccio un esempio: io il lunedì mattina, dopo il GP di Misano, sono rimasto malissimo, ma male tanto, quando ho visto il giornale sportivo. Allora, noi la domenica avevamo vinto: la MotoGP con la Ducati e un pilota italiano a Misano, in Italia, che già di per sé basterebbe, avevamo vinto gli europei di pallavolo e la medaglia d’oro nella gara a cronometro ai mondiali di ciclismo con Ganna.
Allora, pensavo di trovare una prima pagina bella, con tutto il Tricolore, con tutti questi atleti vincenti a livello mondiale, no? Beh, niente, solo calcio: seria A, B, risultati, classifiche, le solite cose. Va bene, il calcio è un bellissimo sport, seguiamolo pure, ma non è che ci fosse stato chissà cosa domenica. Tutti gli altri sport da metà giornale in già. Così è dura.
Senza una promozione mediatica adeguata, soprattutto televisiva, è difficile crescere. È tutto un ciclo che poi si ripercuote anche sull’attrattività verso gli sponsor”.
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