Lightfighter LFR 2.0
La Lightfighter è una moto elettrica da corsa progettata e costruita da Brian Wismann e Ely Schless. Il primo è il vicepresidente per lo sviluppo del prodotto di Zero Motorcycles, mentre il secondo guida, corre, progetta e costruisce moto da decenni, con una lista di clienti di tutti i tipi, incluso il settore aerospaziale. All’inizio del progetto Brian e Ely si sono chiesti: quale deve essere la priorità nella progettazione di una moto elettrica: la ciclistica o la capacità della batteria? Per ottenere buoni tempi sul giro nell’uso in pista è meglio una moto agile e leggera o una più potente ma pesante?
Nel primo caso il design privilegia la geometria delle sospensioni e del telaio mentre la capacità della batteria (e quindi il peso e le dimensioni) viene vincolata dallo spazio disponibile nel telaio. Nel secondo caso si punta ad una batteria più grande per avere più potenza a disposizione ma la ciclistica, soprattutto la dimensione del forcellone e la geometria della sospensione posteriore devono cedere a dei compromessi.
Brian Wismann co-ideatore e progettista della Lightfighter LFR 2.0, è anche Vice President della divisione “Sviluppo Progetti” presso Zero Motorcycles
Ely Schless è un pioniere nel mondo dei veicoli elettrici e per oltre trent’anni ha lavorato a sviluppare sempre più i mezzi elettrici e le loro batterie
Troy Siahaan è un giornalista di fama internazionale di Motorcycle.com. Dall’inizio del 2019 Troy guida e corre con la Lightfighter e ne cura lo sviluppo.
La maggior parte dei prototipi di moto elettriche nell’ultimo decennio sono stati destinati ad eventi come il TT Zero all’Isola di Man o il Pikes Peak negli Stati Uniti, e il design ha portato a realizzare moto grandi e potenti, ma anche pesanti. Brian e Ely invece hanno deciso di prendere la strada opposta per la Lightfighter. Partendo dal numero di giri per ogni gara (tra sei e dieci a seconda del layout della pista), hanno minimizzato le dimensioni e il peso della batteria per lasciare spazio all’ottimizzazione della ciclistica della moto e al design delle sospensioni. Il Lightfighter prende il nome esattamente da questa idea: prima la ciclistica per avere una moto leggera e agile rispetto alle altre moto da corsa elettriche.
Brian ed Ely sono partiti dal forcellone e dalla sospensione posteriore, acquistando su eBay quelli di una Yamaha R1 2015, e hanno costruito il resto della moto attorno a quello che ritenevano essere l’elemento essenziale.
Per la versione 2.0 della Lightfighter, Brian e Schless si sono concentrati a rendere migliori gli aspetti che erano già buoni sulla moto del 2019.
Il principale cambiamento ha riguardato il telaio, per ridurne la rigidità laterale. “Il telaio della versione 1.0 era troppo rigido, il che significava che a moto completamente piegata, quando la forcella e l’ammortizzatore hanno un’efficacia minima nell’affrontare gli urti, il telaio non si fletteva abbastanza per assorbire le ondulazioni dell’asfalto”, ha spiegato Troy Siahaan, il collaudatore della Lighfighter.
Brian e Schless hanno ridotto il numero di bracci di supporto all’interno del telaio a traliccio, oltre allo spessore dei tubi stessi per ottenere una maggiore flessibilità al massimo angolo di piega. Il risultato è stata una migliore capacità della moto di comunicare le sue reazioni al pilota.
Un altro aspetto in cui la moto 2.0 è migliorata è la disposizione della batteria e dei sistemi ausiliari all’interno del telaio. Con il nuovo design di quest’ultimo, la batteria è installata completamente in verticale, con i sistemi ausiliari, come il controller e il convertitore DC-DC, montati lateralmente e facilmente rimovibili con sganci rapidi. In un, per il momento teorico, cambio di batteria, questa potrebbe essere rimossa allentando pochi bulloni e sfilandola dal fondo con la moto sollevata su cavalletti.
Farasis Energy, uno dei maggiori partner tecnici del team e produttore di batterie agli ioni di litio in diversi settori, ha fornito celle completamente nuove con una densità di energia maggiore rispetto al passato.
Grazie alla maggiore energia disponibile e al tempo passato al banco prove, i progettisti della Lightfigher sono riusciti a spremere un po’ di coppia e di potenza in più dalla batteria e dal motore (lo stesso Parker Hannifin usato sulla moto 2019). Sempre grazie all’aumento della capacità della batteria, i circa 140HP di potenza della Lighfighter 2.0 possono essere erogati per tutta la distanza di gara.
Altri due elementi caratteristici della moto di quest’anno sono le ali e i cerchi in carbonio. Le prime sono appendici aerodinamiche montate nella parte anteriore della carena per tenere la ruota anteriore attaccata a terra quando il motore spigiona i suoi 160Nm di coppia. I secondi sono dei fantastici cerchi in fibra di carbonio forniti dalla Thyssenkrupp: quello anteriore pesa 1.9 kg mentre il posteriore 2.9 kg.
Durante il 2020, a cause delle limitazioni dovute al Covid-19, i test in pista sono stati molto limitati, ma per il 2021, il team Lightfigher ha intenzione di rendere la moto ancora più competitiva e sfidare in gara le moto a benzina sulle piste degli Stati Uniti.
La curva di potenza della Lighfighter 2.0
Lightfighter LFR 2.0 – Prestazioni e Specifiche
Potenza (picco): 141 Hp a 6800 giri
Coppia (al motore): 163 Nm da 0 a 6800 giri
Peso: 180 kg
Interasse: 1400 mm
Motore: sincrono a magneti permanenti (PMAC) Parker GVM-210 da 12000 rpm raffreddato a liquido
Batteria: a ioni di Litio tipo NMC della Farasis Energy raffreddata ad aria
Capacità batteria: 12 kWh
Voltaggio batteria: 410 Vdc nominali
Inverter: Cascadia Motion PM100DXR raffreddato a liquido
Cambio: No
Telaio: a traliccio di tubi in acciaio al cromo-molibdeno
Trasmissione: diretta con riduttore fisso 2:1
Trasmissione finale: a catena
Tempo di ricarica: 1h
Per ulteriori approfondimenti sulla Lightfighter vi segnaliamo il sito www.lightfighter-racing.com e l’articolo uscito su Motorcycle.com
Elettriche da corsa
La Lightfighter LFR 19
Tutte le immagini sono per gentile concessione di Lightfighter Racing.
Foto di Stephen Gregory (Instagram @gregoryimagery).